Descrizione

Partenza da Genova alle ore 07.00 per Castell’Arquato. Nel centro medievale di Castell’Arquato, Bandiera arancione del Touring Club, Borgo eletto tra i Gioielli d’Italia e i Borghi più belli d’Italia, potrete ammirare la Rocca Viscontea, edificata tra il 1342 e il 1349. Vi mostra un aspetto fondamentale della vita del medioevo: la difesa militare. Salendo infatti la torre del mastio, l’imponente baluardo difensivo di 42 metri di altezza, scoprirete quali erano le tecniche di difesa, le armi e i modi di fare guerra nel medioevo, attraverso modelli e ricostruzioni. Il paesaggio dall’alto della torre vi toglierà il fiato e vi farà rivivere le scene di "Ladyhawke", film girato nel 1985 proprio in questo borgo piacentino. La Rocca è stata voluta da Luchino Visconti. È una struttura molto elegante tutto realizzato in laterizio. Saranno inoltre presenti più di cento presepi in un percorso unico, tra presepi meccanici, della tradizione, d’artista e mostre collettive. Nella cornice della Piazza Monumentale, dentro al palazzo del Podestà, la tradizionale mostra "Presepi nel Mondo" con pezzi provenienti da tutto il mondo e con singolari ambientazioni. Alcune Natività provengono da collezioni private di cultori di questa antica arte. Altre vengono appositamente fatte arrivare da paesi lontani per offrire una panoramica il più completa possibile delle diverse interpretazioni di un momento così sacro come la Natività. La delicata maestria degli artigiani, o meglio degli artisti, di tantissimi paesi rende onore alla nascita di Cristo, traducendo in materiali molto diversi fra loro la poesia del Natale. In mostra anche alcuni pezzi che saranno particolarmente apprezzati dai bambini... di ogni età. L’apertura al pubblico della mostra, a cura dei volontari proloco, offre inoltre la possibilità di visitare i locali del piano ammezzato del Palazzo del Podestà. Pranzo libero. Nel pomeriggio proseguimento per Vigoleno. Certificato tra i Borghi più Belli d’Italia, Vigoleno costituisce un esempio perfetto della logica abitativa del medioevo. Sulle imponenti mura merlate, percorse in parte da un panoramico camminamento di ronda, spicca la mole del mastio. Posto sul crinale tra la valle dell’Ongina e quella dello Stirone, su un rilievo di non elevata altezza domina le colline circostanti. Pervenutoci fortunatamente intatto in tutte le sue parti, è un esempio di borgo fortificato medievale di particolare bellezza. Al centro del borgo spicca il Mastio, una torre che oggi ospita un percorso informativo e fotografico sul borgo di Vigoleno e sulla sua architettura. Un altro edificio interessante del borgo è la Pieve di San Giorgio, uno degli esempi di architettura romanica sacra più importanti del piacentino. Il Castello di Vigoleno è interessante anche da un punto di vista storico, poiché offre una testimonianza circa il succedersi delle famiglie al potere nel piacentino: esso passò dalle mani della famiglia Scotti, a quelle dei Pallavicino, e dei Farnese, e venne più volte distrutto e ricostruito. Si consiglia di passeggiare nel cuore medievale di Vigoleno, alla scoperta del suo maestoso castello e della sua antica pieve del XII secolo. La Duchessa Maria Ruspoli de Gramont trasformò il castello, dal 1921 al 1935, in uno straordinario salotto culturale, ospitando personaggi di alta società del Novecento come Gabriele D’Annunzio e Max Ernst. Sulle mura della fortezza, è presente un camminamento da cui si gode di un ampio panorama sulle vallate e colline circostanti. Si consiglia anche la visita alla chiesa romanica di San Giorgio, scoprendo l’affascinante storia di Melusina, la famosa sirena bicaudata. Rientro a Genova con previsto in serata

Misteri irrisolti

Un dramma d’amore del ’600 alla Rocca Viscontea di Castell’Arquato: Laura, Sergio e Spadone.

Le cronache del XVII secolo fanno cenno ad una triste vicenda di sangue e di amore.

Anno 1620: la Signoria è nelle mani del Cardinale Sforza: alle sue orecchie giunge la notizia di una cospirazione ordita da un certo Sergio Montale e dal suo servitore Arturo Galatti detto ’’Spadone’’. Immediatamente lo Sforza dispone l’arresto dei due e la conseguente condanna alla tortura e poi alla morte. Le suppliche dei famigliari non hanno effetto ed i due attendono l’esecuzione nelle segrete della Rocca custodite da Gaspare Dallavigna e dal suo aiutante Giacomo Manara. Il Dallavigna, uomo aspro e severo ha con sé la bellissima figlia Laura che si impietosisce della sorte di Sergio e se ne innamora. Nella notte del 15 aprile Laura, dopo aver sottratto le chiavi al padre, apre la porta della cella e fugge con i due condannati. Ma all’occhio bieco e vigile dell’aiutante del Dallavigna non sfugge l’azione: corre a svegliare il superiore e le uscite della Rocca vengono bloccate. ’’Spadone’’ ferma Dallavigna ed i tre possono fuggire. Approfittando dell’occasione il Manara, mette in atto un truce proposito, che covava da anni: spinge Dallavigna dal ponte levatoio uccidendolo. Udito l’urlo del padre, Laura si ferma e gli armigeri circondano i fuggitivi: solo ’’Spadone’’ riesce a fuggire. Il Podestà inizia subito il processo e nonostante le dichiarazioni di innocenza dei giovani li condanna alla fustigazione seguita dalla decapitazione. La sentenza viene eseguita il 20 maggio 1620. ’’Spadone’’ non trova più pace e dopo sette anni di latitanza, la notte della vigilia di Natale si presenta davanti a Giacomo Manara e, vendicando l’amico Sergio, lo uccide costituendosi poi al Podestà. Lo Sforza informato scrive una lettera per sollecitare anche la sua condanna a morte ma il Podestà capisce la situazione e risponde al cardinale che il comune è povero, non ha i soldi per pagare gli impiegati e tanto meno per organizzare l’esecuzione, pertanto suggerisce a ’’Sua Eccellenza’’ di trasformare la pena in ergastolo. Il Cardinale accetta e ’’Spadone’’ non viene giustiziato. Con il gruppo di ricerca sul paranormale E.P.A.S. dal 2014 si ricercano tracce di questi personaggi.

 

LAURA, SERGIO E SPADONE  – Rocca Viscontea di Castell’Arquato

Sangue, intrighi e passione accendono la storia della Rocca Viscontea quando, nel 1620, il Cardinale Sforza condanna a morte i cospiratori della sua Signoria, il prode Sergio Montale e il suo servitore Arturo Galatti detto Spadone. Rinchiusi nelle segrete, i due prigionieri vengono salvati dalla figlia del carceriere, la bella Laura che, innamoratasi dell’impavido Sergio, ruba le chiavi al padre e fugge con loro.

Ma i tre vengono scoperti. Bloccate le uscite della Rocca, i tre fuggitivi sono sul ponte levatoio quando Laura sente il padre urlare: il suo crudele assistente, da sempre innamorato di lei, per vendicarsi lo ha gettato giù dal ponte Gli armigeri circondano così i ragazzi e solo Spadone riesce a fuggire. I due giovani innamorati vengono processati e decapitati. 

Spadone non trova più pace e dopo sette anni di latitanza, si presenta dall’assassino e lo uccide, vendicando l’amico Sergio. Graziato dal Podestà e condannato all’ergastolo, finisce la vita nella prigione della Rocca, dove ancora oggi si aggira in compagnia di Laura e Sergio.

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